Pagamenti online alla PA

Dopo alcuni rinvii, il 28 febbraio 2021 è scaduto il termine ultimo entro cui integrare la piattaforma pagoPA da parte di Pubbliche Amministrazioni, Enti pubblici e Prestatori di Servizi di Pagamento (PSP). Pagare con PagoPA è diventato un diritto per tutti? I cittadini sono pronti alla transizione ai pagamenti digitali?

Quasi un comune italiano su due non ha ancora un servizio di incasso attivo sulla piattaforma

Nell’ultimo comunicato stampa di dicembre 2020, PagoPA fornisce i numeri della piattaforma: sono 19.617 le Amministrazioni aderenti (82% del totale), di queste i comuni aderenti sono 7.178 (92% del totale). Rimanendo sui comuni, solo il 56,3% ha già almeno un servizio di incasso attivo sulla piattaforma

Quest’ultimo dato sembra stridere con gli obblighi di legge: molti comuni non hanno ancora attivato alcun servizio di incasso e il dato lascia interrogativi sulla quota di servizi comunali coperti.

Per valutare la situazione delle amministrazioni locali piemontesi, può essere utile guardare i risultati della Rilevazione sulle tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (ICT) nelle Pubbliche Amministrazioni. Dal 2015 al 2018 la quota dei principali servizi comunali che permette di concludere online l’intero iter – compreso l’eventuale pagamento online – è cresciuta in Piemonte dal 7% al 12%, con punte del 15% circa in Provincia di Torino. I dati, seppur risalenti a tre anni fa, denunciano delle lacune nell’attivazione di servizi gestiti interamente online.

Altri dati interessanti arrivano da PiemontePAY, la declinazione piemontese del progetto nazionale pagoPA con cui la Regione Piemonte si offre come Intermediario Tecnologico per il collegamento e per lo scambio dei flussi con la piattaforma pagoPA.
Rispetto al numero di servizi attivati, il settore più rappresentato è quello dell’edilizia urbana (circa 18% del totale), con i servizi generali e organizzativi, i servizi demografici e quelli educativi che seguono con una quota del 10% circa ciascuno. La situazione è diversa se si guarda al volume delle transazioni effettuate: al primo ottobre 2021 erano pari a circa 2.7 Milioni di euro, di cui quasi l’80% riconducibili al bollo auto e il 14% circa alla sanità.
PiemontePAY fornisce una rappresentazione parziale (gli enti sono liberi di scegliere il proprio partner tecnologico, anche per singoli servizi offerti) ma altamente informativa rispetto alla situazione generale dei pagamenti pubblici in Piemonte, vista l’alta adesione da parte degli enti piemontesi (396 gli enti che al primo ottobre 2021 hanno aderito all’Accordo tecnico organizzativo PiemontePAY, di cui 279 amministrazioni comunali che rappresentano quasi il 50% della popolazione regionale) e il volume delle transazioni in crescita (63% in più rispetto ad un anno fa).


Due piemontesi su tre non hanno mai utilizzato servizi di pagamento per acquisti online

Se la possibilità di pagare online tributi e multe è un orizzonte di recente introduzione, gli acquisti online rappresentano da anni una palestra quotidiana dove i cittadini hanno potuto sperimentare le transazioni digitali.

Guardando ai dati dell’Indagine multiscopo sulle famiglie di Istat, la percentuale di piemontesi che ha usato servizi di pagamento per acquisti su Internet era del 32% nel 2019. Questo vuol dire che due piemontesi su tre non hanno mai utilizzato servizi di pagamento online.

Anche i dati relativi all’adozione di altri servizi digitali non lasciano intravedere risultati entusiasmanti: l’online banking veniva utilizzato dal 41% dei piemontesi nel 2019 e solo il 13% dei piemontesi avrebbe inviato moduli compilati online per uso privato alla PA o ai gestori dei servizi pubblici. Perché?

Il fenomeno in parte può essere spiegato dalla mancanza della strumentazione necessaria: al 2019 il 27% delle famiglie piemontesi non dispone di un accesso internet a casa. Altro fattore importante sono le competenze digitali, analizzate nel dettaglio all’interno del DESI index Piemontese 2020: due cittadini su tre dichiarano di non essere in possesso di competenze digitali di base.

 

Benefici per le amministrazioni e per i cittadini?

Le prime misurazione di impatto della transizione a servizi pubblici gestiti in modo completamente digitale sembrano suggerire forti risparmi di tempo e denaro a cittadini e Pubblica Amministrazione. Un esempio arriva dal comune di Milano che ha rilevato una quota del 20% di avvisi di pagamento TARI spediti via mail – con relativo risparmio sulle spese di notifica a carico del contribuente – e un taglio di 10 minuti sulla gestione delle pratiche di incasso per TARI e avvisi di infrazione, grazie riconciliazione automatica dei flussi, che ha eliminato le anomalie determinate dal processo analogico.

Rimangono però ancora dei dubbi sulle tempistiche di allineamento delle Amministrazioni più indietro nel processo di integrazione e sulla possibilità per tutti i cittadini di beneficiare di una fruizione del servizio completamente online. Visti i risultati relativi alle competenze digitali, sembra infatti plausibile un ricorso ancora preponderante ai canali fisici di pagamento garantiti da PagoPA (banche, poste, esercenti convenzionati).